Sarajevo, la capitale della BIH, ha una storia ricca e interessante. Molti la chiamano la Gerusalemme europea, a causa dei luoghi di culto di diverse religioni, che si alternano ogni 50 m e ognuno attrae con la propria bellezza particolare.
Sarajevo è oggi un'attraente meta turistica. La visita delle piccole antiche botteghe a Baščaršija, quella dei musei e dei diversi edifici religiosi sono le più popolari tra i turisti. Sarajevo si può conoscere ancora meglio passeggiando negli stretti vicoli intorno al centro storico, partecipando ad alcuni degli eventi o degustando le specialità locali. Gli eventi più importanti sono: Notti della Baščaršija a luglio, Sarajevo Film Festival (SFF), Sarajevo Winter Festival, Festival teatrale MESS e Sarajevo Jazz Fest.
L'area della valle di Sarajevo fu abitata fin dal Neolitico. A Butmir, vicino a Ilidža (quartiere di Sarajevo), furono trovati oggetti unici di ceramica e piatti di quel periodo (2400-2000 a.C.). Prima dell'arrivo dei Romani questa regione fu abitata dai Desiziati di origine illirica. L'insediamento principale dei Romani, Aquae Sulfurae, fu eretto nella zona dell'odierna Ilidža. Nel medioevo Sarajevo era una parte del regno bosniaco e della parrocchia bosniaca di Vrhbosna.
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La Baščaršija si trova sulla sponda destra del fiume Miljacka ed è da sempre stata il centro della vita economica della città. Intorno alla piazza principale sono nate numerose botteghe artigianali. Le vie di questo quartiere hanno preso il nome dell'artigianato lì svolto: Sarači (sellai, pantofolai e conciatori), Kovači (fabbri), Kazandžiluk (lavoratori di rame), Kundurdžiluk (calzolai), Čizmedžiluk (produttori di stivali), Kujundužiluk (orefici) und Čurčiluk (pellettieri). Molti di questi artigiani sono scomparsi col tempo. La vecchia atmosfera si può oggi trovare nel vicolo Kazandžiluk, dove vengono prodotti e venduti oggetti di rame lavorati a mano. Sulla piazza principale si trova Sebilj, una fontana di legno, costruita nel 1891.
La Baščaršija, oltre che per le botteghe artigianali, è conosciuta anche per: alloggi (bs. han), magazzini (bs. magaze e daire), mercati coperti (bs. bezistan) e bagni pubblici (bs. hamam).
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Le postazioni del Museo della città di Sarajevo (www.muzejsarajeva.ba) si trovano in più località. La mostra principale del Museo, sulla storia e sullo sviluppo della città di Sarajevo si trova nel Bursa Bezistan. Nel museo è esposto anche un modello in scala della Baščaršija dal 1878. Altre mostre del museo si trovano in altri spazi espositivi come: Museo Sarajevo 1878-1918, Museo ebraico di BIH, Casa Svrzo e Casa Despić.
Nel Museo Sarajevo 1878-1918 viene rappresentato lo sviluppo di Sarajevo durante il periodo austro-ungarico. Il museo è situato nell’edificio di fronte al quale fu commesso l'attentato all'erede al trono dell'impero austro-ungarico Francesco Ferdinando e a sua moglie Sofia.
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Nella Velike Daire (it. Grande Daire) è collocata la Casa di Sevdah-Art, un museo che illustra la storia e l'evoluzione della Sevdalinka, ossia la canzone d'amore bosniaca. Nel cortile del museo c'è una caffetteria, dove insieme alle dolci melodie della Sevdalinka, ci si può rinfrescare con un caffè bosniaco, dolci tradizionali e succhi al sambuco, alle rose o al ginepro.
Il Museo Nazionale della BIH, l'istituzione culturale più importante nel Paese, è stato fondato nel 1888. L'edificio del museo fu costruito nel 1913 e contiene mostre archeologiche, etnografiche e di scienze naturali con un giardino botanico.
Il testo di questo sottocapitolo non è stato copiato dal libro.
I sefarditi arrivarono in BIH nel XVI sec., dopo la loro espulsione dalla Spagna. Già nel 1581 fu costruita la prima sinagoga, il Vecchio tempio nel complesso della Daire del Sijavuš-paša. Nel Vecchio tempio è situato dal 1966 il Museo ebraico. Durante il XIX sec. i sefarditi hanno costruito il Nuovo tempio (oggi una galleria) e una sinagoga nel quartiere di Mejtaš. Tra il 1926 e il 1930 fu costruito il Grande tempio con una cupola ellissoidale sulla riva destra della Miljacka. Oggi vi si trova dentro il Centro culturale bosniaco.
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La vecchia chiesa cattolica era situata tra il ponte Latino e l'hotel Europa (a Latinluk). Nel 1697 fu bruciata dall'esercito di Eugenio di Savoia. Solamente nel 1881, quando Sarajevo diventò il centro dell'arcivescovado di Vrhbosna, fu costruita la nuova chiesa sul luogo dell'odierna francescana di Sant'Antonio. Il fondatore dell'arcivescovado di Vrhbosna era l'arcivescovo Josip Stadler (1843-1918) su ordine del papa.
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L'anima di Sarajevo si nasconde nei quartieri con stretti vicoli (bs. mahala) intorno al centro storico. Questa parte della città può essere visitata partendo per esempio da Baščaršija attraverso Kovači fino a Žuta Tabija (it. bastione giallo) per poi continuare attraverso i vicoli di Nevjestina e di Ispod grada fino alla Bijela Tabija (it. bastione bianco). Da Žuta o Bijela Tabija si ha una bellissima vista di Sarajevo. Scendendo verso Vratnik e la torre di Širokac ci si ritrova di nuovo nel centro città. Dopodiché si può camminare attraverso le strade Ćemerlina, Sagardžije, Logavina e Josip Stadler. Questo è il modo migliore per scoprire e conoscere la parte della città dell'epoca ottomana, formata da numerosi vicoli, fontanelle e scalinate. Una parte delle case ha conservato la caratterista architettonica dei balconi con veranda, con grandi stanze e mura che fungono da recinto.
La cucina tradizionale si può gustare nelle: Aščinica (piatti cotti), Buregdžinica (pita) e Ćevabdžinica (ćevapi).
Una Aščinica offre di solito: zuppe cremose (bs. čorba) (Begova, di Sarajevo o di verdure), cibi cotti e dolci. I piatti cotti più conosciuti sono: Sarma (carne macinata e riso avvolti in foglie di vite, di cavolo verza o di cavolo verde), Bamija (gombo cotto con carne per spezzatino), Sitni Ćevap (pezzettini di manzo cotti insieme con verdura), Sogan-Dolma (cipolle ripiene con carne macinata) e verdura come contorno. I dolci più serviti sono: baklava, kadaif ed hurmašica. Le Aščinica più conosciute sono: ASDŽ, Hadžibajrić e Sofra.
La Pita è il piatto tradizionale bosniaco. Viene preparata con la jufka (un impasto molto sottile) e diversi ripieni, avvolti all'interno di essa. La Pita può essere cotta al forno in forma di chiocciola o in più pezzi allineati. Le varietà di Pita sono: burek (con carne macinata), sirnica (con formaggio), zeljanica (con spinaci) e quella dolce jabukovača (con mele).
I Ćevapi di Sarajevo vengono serviti nel somun (morbido pane piatto), con cipolle tagliate fresche e a proprio piacimento con una porzione di panna acida (bs. kajmak). Le Ćevabdžinica più conosciute sono: Ferhatović, Mrkva e Željo.
Nel centro città ci sono molte caffetterie e case da tè tradizionali e moderne. Nelle caffetterie tradizionali viene servito il caffè alla turca, in Bosnia chiamato "alla bosniaca". Il caffè viene servito nella džezva (pentolino di rame) e si beve da fildžan (tazza priva di manico) con zollette di zucchero. Una specialità è il caffè battuto, usato al posto del caffè macinato.
I ristoranti sulle colline sono anche ben visitati. Le terrazze di questi ristoranti offrono una meravigliosa vista sulla città, specialmente nelle ore serali.